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Nuovi studi sui Girasoli di van Gogh (e cNuovi studi sui Girasoli di van Gogh (e c’è anche un po’ di Italia): sono un’opera fragilissima

 

[…] I colori che van Gogh ha usato stanno conoscendo un naturale processo d’invecchiamento, che ha comportato la perdita parziale delle tonalità originarie, a causa degli effetti della scoloritura. Sappiamo in particolare che queste variazioni sono state causate dallo sbiadimento di un particolare tipo di rosso che van Gogh adoperò, la lacca di geranio (che col tempo scolora), e altre ancora sono avvenute per via dello scurimento del giallo cromo, le cui tonalità diventano più cupe con il trascorrere del tempo. […]

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Parte il restauro del San Marco di Donatello. Sarà realizzato dall’Opificio delle Pietre Dure – Il Giornale del Restauro e del Recupero dell’Arte

Un progetto realizzato in collaborazione fra i Musei del Bargello e l’Opificio delle Pietre Dure, […]

L’opera, ritirata nel 1977 dalla sua collocazione nella prima nicchia sul lato Sud di patronato dei Linaioli e Rigattieri, è il primo capolavoro rinascimentale del ciclo ad essere stato restaurato, dal 1984 al 1986, proprio dall’Opificio delle Pietre Dure. In quell’occasione fu rimossa la patinatura color bronzo, realizzata dopo il 1789 con l’intento di accordare le statue marmoree al colore delle altre in metallo. Col primo intervento di rimozione condotto dall’Opificio fu recuperata la naturalezza fluida del modellato del San Marco, oltre a tracce labili di dorature nei bordi della veste, sul cuscino sotto ai piedi, sulla coperta del Vangelo, nei sandali, nella barba e nei capelli. A restauro ultimato fu deciso il ritiro definitivo dell’opera dall’esterno, con la realizzazione nel 1990 del calco, sempre ad opera dell’Opificio. […]

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Il restauro dei dipinti murali nel Veneto dagli anni Quaranta agli anni Ottanta del Novecento e l’attività di Michelangelo Muraro – Il Giornale del Restauro e del Recupero dell’Arte

Venerdì 21 giugno ore 15 si terrà a Palazzo Grimani una conferenza dal titolo “Il […]

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Riforma Bonisoli, cosa va e cosa non va. Con un paio di possibili idee e spunti

[…] Nella bozza che abbiamo potuto leggere (e che comunque ha subito modifiche in corso d’opera: si discuterà dunque dei punti che con tutta probabilità faranno parte della redazione finale del testo del DPCM), il primo passaggio sul quale soffermarsi è l’estensione dei poteri del segretario generale, che diverrà di fatto una sorta di “ministro ombra” fornito d’un pacchetto di competenze che mai prima d’ora era stato appannaggio di questa figura. Il segretario generale è, in buona sostanza, una figura amministrativa: suo compito al momento è (riassumendo) quello di assicurare il coordinamento e l’unità dell’azione amministrativa del ministero, elaborare direttive, indirizzi e strategie, coordinare i varî uffici, vigilare sulla loro efficienza e sul loro rendimento, coordina le attività europee e internazionali (per esempio i rapporti con l’Unesco). Con la riforma, al segretario vengono assegnati anche poteri puramente tecnici, come la promozione e il coordinamento della digitalizzazione del patrimonio culturale nazionale, il coordinamento delle politiche dei prestiti all’estero dei beni culturali, il coordinamento delle politiche in materia di comunicazione e informazione istituzionale. E davvero non si comprende perché tali compiti (si pensi ai prestiti: un provvedimento scritto sull’onda dei prestiti di Leonardo da Vinci?) debbano essere coordinati a livello centrale, e per di più da una figura non necessariamente tecnica (l’attuale segretario generale non è infatti un tecnico, ma è un amministrativo). Non solo: dopo la “controriforma”, il segretario generale avrà anche il potere di avocare a sé la “titolarità di un ufficio dirigenziale di livello generale che risulti vacante” (tradotto, significa che in caso di necessità il segretario generale potrebbe assumere pro tempore la direzione degli Uffizi o degli altri nove musei autonomi qualificati come uffici di livello dirigenziale generale). E ancora: il segretario generale avrà anche la facoltà di conferire direttamente gli incarichi ai nuovi “segretarî distrettuali” (che sostituiscono quelli regionali: prima gli incarichi erano conferiti dal Direttore generale Bilancio, su proposta del segretario generale). […]

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