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Dall’erosione al crollo: i pericoli della cultura gratis

La miriade di contenuti gratuiti durante la pandemia potrebbe essere il canto del cigno per un settore che è sopravvisuto a malapena alla crisi del 2008.

[…]la digitalizzazione, la concentrazione monopolista e i tagli alla spesa pubblica hanno progressivamente distrutto una porzione molto importante delle tradizionali forme di sussistenza del settore culturale, e non ci sono stati dei sostituti. Tutta la retorica della libera diffusione della cultura, i nuovi mezzi di distribuzione e l’accessibilità digitale hanno sempre celato una domanda imbarazzante: come si fa a vivere di cultura gratuita? Le risposte sono due: o sei il padrone di Spotify, o lavori come cameriere. “Industrie culturali” è un nome pomposo che nasconde una realtà molto più oscura: la stragrande maggioranza delle aziende che si dedicano alla mediazione e alla produzione culturale sono piccole iniziative di lavoro autonomo molto precario. Così come è accaduto nella sanità, la pandemia ha trasformato l’erosione in un crollo incontrollato.[…]

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