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Briciole alla cultura. La sensibilità dell’Unione Europea per le politiche del patrimonio e le sue (poche) risorse

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Il programma Europa Creativa, per il periodo 2014-2020 (in Europa le risorse sono stanziate su periodi di sette anni per volta, detti “quadri finanziarî pluriennali”), può contare su di un budget di 1,46 miliardi di euro: una cifra che finanzia le iniziative volte a sostenere le imprese creative, gli artisti, i professionisti del settore, la produzione di film, opere letterarie, musica, videogiochi, prodotti editoriali, l’inclusione attraverso la cultura, diversi programmi come quello delle Capitali Europee della Cultura, le Giornate Europee del Patrimonio, i cinque premi europei per la cultura (Europa Nostra Awards, EU Prize for Contemporary Architecture, EU Prize for Literature, European Border Breakers Awards, e il premio EU Prix MEDIA). Il problema è che si tratta di una somma davvero bassa, se si pensa che il bilancio dell’Unione Europea si aggira, ogni anno, attorno ai 150 miliardi di euro: significa che sul bilancio, la spesa per Europa Creativa pesa appena uno 0,15%.

Che si tratti di una spesa irrisoria, è chiaro a molti: lo scorso anno, Europa Nostra ha chiesto alle istituzioni europee e agli stati membri un maggior impegno per “dotare di risorse sufficienti, nell’ambito del prossimo quadro finanziario pluriennale”, ovvero quello per il periodo 2021-2027, “le politiche di coesione oltre il 2020 e, in questo contesto, di riconoscere esplicitamente il patrimonio culturale come fattore chiave per lo sviluppo e la coesione sociale in Europa”. Il presupposto, inoltre, è che la cultura crea integrazione, sviluppo, crescita, lavoro, porta a investimenti, contribuisce a raggiungere in maniera più veloce e determinata gli obiettivi strategici anche in altri settori. Secondo Europa Nostra si può quindi fare molto di più, ma pressioni simili giungono anche da altre parti: per esempio, nell’aprile dello scorso anno, un gruppo di sigle (sessantasette intutto) che riuniscono aziende e professionisti operanti nel settore creativo (dall’Associazione Europa dei Festival alla Federazione Internazionale dei Librai, dallo Europe Jazz Network alla Rete dei Musei Europei, dalla Federazione degli Editori Europei all’Associazione Europa dei Conservatorî) hanno scritto al presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, per esprimere le loro preoccupazioni riguardo alle risorse che l’Europa destina alla cultura. […]

Sorgente: Briciole alla cultura. La sensibilità dell’Unione Europea per le politiche del patrimonio e le sue (poche) risorse

Grazie per il commento, buon proseguimento