[…]La Tavola Doria è una delle copie più antiche della Battaglia di Anghiari e raffigura il momento centrale dello scontro, la lotta per lo stendardo, il vessillo milanese conteso da due cavalieri dell’esercito fiorentino e due delle schiere del ducato di Milano, all’epoca governato da Filippo Maria Visconti (Milano, 1392 – 1447). I fatti risalgono al 29 giugno del 1440 e si situano nell’ambito dell’aggressiva politica di espansionismo dei milanesi, che cercavano di espandere i loro dominî nel centro Italia a scapito delle potenze confinanti: dopo aver perso Verona, riconquistata dai veneziani (nemici di Milano) e non esser riusciti a prendere Brescia, i milanesi rivolsero le loro mire alla Romagna e alla Toscana. Trovata poca resistenza in Romagna, l’esercito milanese, guidato dal capitano di ventura umbro Niccolò Piccinino (Perugia, 1386 – Milano, 1444), valicò l’Appennino, saccheggiò il Mugello prendendo diversi borghi, mentre Firenze si preparava allo scontro e riceveva aiuti dallo Stato Pontificio, che in soccorso dell’alleato fiorentino aveva inviato le sue schiere, capitanate dal patriarca di Aquileia, Ludovico Scarampo Mezzarota (Venezia, 1401 – Roma, 1465), prefetto delle armi pontificie. L’esercito fiorentino, guidato dal suo comandante generale, il nobile abruzzese Pietro Giampaolo Orsini, cominciò a tener testa ai milanesi e riconquistò alcuni dei forti che aveva perduto, mentre nel frattempo l’esercito di Venezia, anch’essa alleata dei fiorentini, sconfiggeva i milanesi sul fronte lombardo, a Soncino. Poiché la situazione volgeva a sfavore dei milanesi, questi ultimi decisero di ritirarsi, non prima però di tentare di sferrare un ultimo e imponente attacco ai fiorentini. Questo si verificò, come anticipato, ad Anghiari il 29 giugno del 1440,[…]
Sorgente: La Tavola Doria, la più nota tra le copie della perduta Battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci
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