“É la manutenzione ordinaria la chiave”, sostiene perciò a ragione Tomaso Montanari, insieme – aggiungiamo noi – all’indispensabile attività di monitoraggio. Quel monitoraggio ravvicinato e tecnologicamente avanzato, che costituisce la nuova frontiera dei processi di conservazione e che tanto spazio trova sulle pagine di Archeomatica.
Una nuova frontiera in cui è necessario innanzitutto valorizzare le risorse oggi disponibili, spesso faticosamente costruite nel tempo, iniziando dalle nostre piattaforme digitali, aperte a tutti, i cui dati vanno arricchiti e aggiornati con quelli provenienti da rilievi strumentali tecnologicamente più avanzati.
Il programma essenziale che va intrapreso sui beni culturali consiste, dunque, nell’attivazione di un continuo monitoraggio che consenta di porre a confronto le informazioni che provengono dai processi di deteroriamento dai materiali, rilevabili attraverso i dati di cui sopra, e quelli conservati negli atti documentali storici, raccolti e immagazzinati fino ad ora. Una chiave doppia, monitoraggio e manutenzione, che può accrescersi e potenziarsi attraverso un adeguato trattamento dei dati rilevati a mezzo di servizi tecnologici in costante evoluzione.
Categorie
Devi accedere per postare un commento.