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conservazione

QA turismo cultura&arte-Enea e Cnr mettono a punto un sistema per rilevare danni da umidità in opere d’arte

Analizzare in anticipo i danni provocati da infiltrazioni di acqua su dipinti e siti archeologici mediante il “suono”. E’ questo il compito di un dispositivo diagnostico sperimentale messo a punto da Enea (coordinatore) e Cnr all’interno dell’iniziativa ReMEDIA, finanziato anche dalla Regione Lazio per rendere il prototipo un prodotto commerciale per merito della collaborazione di aziende regionali nell’area dei beni culturali.

http://www.qaeditoria.it/details.aspx?idarticle=180493&AspxAutoDetectCookieSupport=1

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manutenzione

Manutenzione dell’opera

Per la conservazione di un’opera é importante, oltre al restauro, anche una pratica regolare di interventi di manutenzione.
Alcuni interventi ci aiutano a preservare nel tempo l’opera, che sia o meno restaurata:

– accurata e costante spolveratura,
– periodico trattamento protettivo superficiale,
– verifica e controllo di tutte le sue funzionalità,
– controllo del clima ambientale.


Purtroppo non è ancora acquisita una pratica di manutenzione regolare ed assistiamo ad interventi di restauro, anche costosi, su opere che poi vengono lasciate a se stesse, senza la minima attenzione al loro mantenimento.

Da una parte le carenze di fondi delle committenze non consente loro di intervenire, dall’altra la trascuratezza del problema fa si che difficilmente si possano reperire sponsor per tali finanziamenti: il restauro, anche se costoso, è senza dubbio più spettacolare di interventi manutentivi quasi invisibili.
Difficilmente chi desidera promozione, notorietà o qualsiasi altro tipo di ritorno economico/visibilità, sarà disponibile a finanziare tali progetti, nonostante abbiano un costo relativamente basso.

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Chi siamo

Un’impresa di restauro

Un’impresa artigiana che esercita l’attività di manutenzione, conservazione e restauro.


manutenzione

É il complesso delle attività e degli interventi destinati al controllo delle condizioni del bene culturale e al mantenimento dell’integrità, dell’efficienza funzionale e dell’identità del bene e delle sue parti.

conservazione

L’insieme degli interventi idonei a limitare le situazioni di rischio connesse al bene culturale nel suo contesto.

restauro

Interventi diretti sul bene attraverso un complesso di operazioni finalizzate all’integrità materiale ed al recupero del bene medesimo, alla protezione ed alla trasmissione dei suoi valori culturali1.

Restauro

Gli interventi di restauro di un oggetto o macchinario o opera d’arte costituiscono tutti gli interventi necessari per ripristinare le funzionalità operative ed estetiche del bene su cui si sta lavorando.
Con il restauro recuperiamo un oggetto, un mobile, un dipinto, ripristinandone l’apparenza e la funzione originaria.
Spesso, con il restauro, recuperiamo anche un ricordo.

Manutenzione e Conservazione

Gli interventi di manutenzione ci aiutano a preservare nel tempo l’opera, che sia o meno restaurata;
– accurata e costante spolveratura,
– periodico trattamento protettivo superficiale,
– verifica e controllo di tutte le sue funzionalità,
– controllo del clima ambientale,
ci consentono di mantenerla nel suo stato per un lungo periodo.

Conservare un opera nel suo stato significa evitare di innescare processi che possano portarla al decadimento.
Le condizioni di microclima e di luminosità dell’ambiente circostante possono influire in modo significativo nella conservazione di un’opera.
Il controllo di umidità relativa e temperatura ambientali, a valori ottimali, mantengono stabili le condizioni dell’opera.
Variazioni di temperatura e di umidità nell’aria possono provocare variazioni dimensionali e di consistenza materica nell’opera, oltre ad stimolare o bloccare le possibilità di attacchi o mutazioni biologiche.
Valori elevati di umidità relativa ambientale favoriscono:
– processi di ossidazione nei metalli;
– dilatazione nel legname, lo espongono alla possibilità di attacchi fungini, virali e di insetti xilofagi;
– la crescita di microflora, muffe e funghi, su pietra e legno;
– l’ammorbidimento superficiale di opere o strati gessosi;
– insediamento di microflora e batteri su stoffe e pellami;
ed altri casi di minore rilevanza.


[1] Le definizioni sono prese dal Decreto Legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004, parte II, titolo I, capo III, sezione II, articolo 29.

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restauro

Cucinella: Notre Dame ispirazione per un nuovo modo di pensare il restauro – Il Giornale del Restauro e del Recupero dell’Arte

Il noto architetto Mario Cucinella ha raccontato a Il Giornale del Restauro e del Recupero […]

A pochi giorni dall’incendio che ha colpito Notre Dame le fiamme sono state spente, ma si accende il dibattito sulla ricostruzione della Cattedrale. Diverse  le posizioni e le voci  di alcuni dei protagonisti dell’architettura mondiale. Tra loro quella di Mario Cucinella, che ha raccontato a Il Giornale del Restauro e del Recupero dell’Arte la sua opinione in merito.

Architetto, per quanto sia ancora presto per parlare di un vero e proprio piano di ricostruzione, possiamo già pensare al tipo di approccio da usare per il restauro di Notre Dame. Nello specifico, secondo lei l’incendio del 15 aprile dovrà essere in qualche modo ‘ricordato’ anche dal punto di vista architettonico, oppure pensa che si debba ricostruire come se non fosse mai accaduto, un po’ come per la Fenice di Venezia?

«Credo che Notre Dame debba essere ricostruita per come era prima dell’incidente. La sua immagine ha un valore simbolico, per la Francia e per il resto del mondo, che va oltre il suo valore puramente artistico e culturale. Per questo non penso che sia il caso di ‘ricordare’  in senso strettamente architettonico quanto avvenuto nei giorni scorsi, ma di ricostruire in maniera fedele. Anzi nella sfortuna può essere l’occasione di riprogettare la copertura con tecniche innovative e magari più leggere senza disboscare le mille e più querce che sono state utilizzate per la copertura ed essere l’opportunità di avvicinare l’innovazione alla tradizione. La ricostruzione della guglia può essere veramente l’occasione per dimostrare che un dialogo tra contemporaneo e la storia sia possibile. Una vera e propria scuola per tutta una generazione di restauratori, oltre che un banco di prova per l’intero sistema del restauro. Un po’ come lo sono stati la Fenice e il Petruzzelli in Italia, per intenderci.» […]

Sorgente: Cucinella: Notre Dame ispirazione per un nuovo modo di pensare il restauro – Il Giornale del Restauro e del Recupero dell’Arte

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conservazione

Il restauro architettonico e la progettazione sui beni culturali secondo l’architetto Andrea Bruno – Il Giornale del Restauro e del Recupero dell’Arte

L’architetto Andrea Bruno, torinese di classe ’31, vanta una carriera ricca di premi, riconoscimenti internazionali ed esperienze professionali di primo rilievo. Dal 1974 è Consulente UNESCO per il restauro e la conservazione del patrimonio artistico e culturale e grazie alla eterogeneità delle progettazioni affrontate, rappresenta oggi una delle voci più rappresentative e riconosciute non solo in ambito accademico.

Architetto,  ci spieghi cosa è secondo lei il restauro architettonico?

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Sorgente: Il restauro architettonico e la progettazione sui beni culturali secondo l’architetto Andrea Bruno – Il Giornale del Restauro e del Recupero dell’Arte

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etnografico

Restauro di macchine ed attrezzi di un museo etnografico.

Alcune macchine agricole, patrimonio di un museo etnografico, sono state restaurate durante un laboratorio didattico che ha coinvolto gli organizzatori del museo stesso.

Gli interventi sono stati eseguiti su macchine collocate all’aperto.

L’esposizione a raggi solari ed intemperie, prolungatasi nel tempo, aveva conseguito un pessimo stato di conservazione di queste.

Incrostazioni di ossido, sporco e grasso erano presenti sulle superfici e negli ingranaggi; le parti in legno si erano degradate al punto da provocare rotture in alcuni punti, attacchi di insetti xilofagi e habitat preferito per altre specie: muffe e licheni erano individuabili su quasi tutte le superfici del carro.

museo etnografico: aratro.
aratro in ferro

La parte della collezione alloggiata all’interno del museo non presentava alcun tipo di problema, la manutenzione era curata ed attenta.

Gli interventi si sono svolti secondo un programma,  sviluppato durante un’esperienza precedente, che prevedeva anche l’acquisizione di:

  • valutazione dell’importanza dei fattori ambientali (luce – temperatura – umidità);
  • raccolta e monitoraggio dei parametri ambientali (esercitazioni con termoigrometri);
  • elementi di diagnosi dello stato di conservazione dei singoli oggetti (principalmente in legno e/o metallo);
  • concetti di manutenzione, conservazione preventiva e curativa, restauro (evidenziazione di interventi passati scorretti);
  • progettazione dell’intervento necessario alla conservazione dei singoli oggetti;
  • approccio alla conservazione della raccolta nel suo insieme: problemi di organizzazione e programmazione degli interventi;
  • elaborazione e compilazione della scheda di conservazione (documentazione – diagnosi – progettazione – descrizione interventi).

Descrizione delle attività.

Ci sono state sessantasei giornate di presenza dei restauratori, nell’arco di quattordici mesi.

museo etnografico: parti di u calesse.
componenti di un calesse.

Il progetto iniziale é stato modificato in corso d’opera  considerando le diverse condizioni espositive: all’aperto, con  problematiche diverse da quelle solite:

-> si sono analizzati i percorsi dei venti e delle perturbazioni per predisporre adeguati ripari;

-> è stato dato spazio all’analisi delle patine e la loro importanza per la protezione dei manufatti, sia lignei che metallici;

-> sono stati eseguiti interventi anche massicci di restauro per rendere la capacità operativa alle macchine. Hanno coinvolto sia i meccanismi metallici, che la struttura lignea.

-> particolare attenzione è stata dedicata al consolidamento del legno, con resine acriliche

Oggetto degli interventi sono stati:

-> un aratro in ferro con vomere in acciaio, particolarmente ossidato con incrostazioni di terra, grasso rinsecchito ed ossido sulle parti mobili. Alcune rotture dovute ad un traino errato.

-> una pompa da cantina, con struttura in legno, la pompa in bronzo e gli ingranaggi in acciaio. La struttura lignea era malmessa, due piedi erano rotti; gli ingranaggi erano coperti da incrostazioni.

-> un carro in legno, a due ruote. Quasi interamente in legno, con alcuni inserti metallici in lega ferrosa.

-> una seminatrice tutta in metallo;

-> una seminatrice con cassetto portasemi con il coperchio in legno, molto degradato;

-> un aratro in legno con lama metallica;

-> un ventilatore in legno con meccanismo di ventilazione in lega ferrosa. In questo caso gli interventi di restauro sono stati completati dai soli allievi;

-> un calesse, in legno e leghe ferrose, gravemente danneggiato, é stato recuperato e rimesso in funzione.

Per ciascuna delle macchine é stato approntato uno specifico piano di manutenzione, gestito ed eseguito dai volontari presenti agli incontri.

Soggetti degli interventi

– aratro, in metallo; -foto-
– pompa travasatrice da cantina, in metallo su supporto ligneo; -foto-
– carro in legno in uso nelle colline, a due ruote (brôc); -foto-
– seminatrice in metallo; -foto-
– trinciaforaggi in metallo e legno. -foto-

Sono state affrontate le esigenze del recupero funzionale di metalli e legni. In particolare

museo etnografico: pompa da cantina.
pompa da cantina.

per i metalli:

– pulitura manuale, con abrasivi, lasciando intatte le patine colorate presenti sulle superfici, alternando con applicazioni di acido tannico;

– pulitura con sabbiatrice e polveri vegetali sulle parti che non presentavano tracce di colori;

– stabilizzazione dei processi di ossidazione con acido tannico al 5% in soluzione idroalcolica, ripetendo il trattamento finché non sono state eliminate le tracce di ossidazione;

– trattamento protettivo con cera amber al 5%, due applicazioni a caldo, rimuovendone gli eccessi con spazzole morbide.

per il legno:

– consolidamento delle parti deteriorate con imbibizione di paraloid B72S al 10-12% in acetone, fino a completo assorbimento, ripetendo successivamente fino a rifiuto;
– risanamento delle rotture con innesti lignei, in essenza analoga a quella in opera (prevalentemente castagno o quercia, ma anche faggio o acero), incollati con colla bianca tipo “one shot” opportunamente pressati.
– ricostruzione delle parti mancanti con essenze lignee analoghe a quelle in opera;
– pulitura con soluzione basica, ammonio bicarbonato al 3% in acqua demineralizzata, spugne, bisturi e raschietti;
– patinatura degli innesti con brugnolino color noce variamente diluito:
– trattamento protettivo con olio di lino, additivato di essiccativi: miscela sana della “Spring Color” e, successivamente, con cera amber.